venerdì 13 luglio 2012

Marcella BOCCIA

Marcella Boccia
al DEZZ AMORE di Fiano Romano (ROMA)
giovedì 19 luglio ore 19.30

Sarà presente l'editore Montecovello
Interverranno: Mario Nicoletti, produttore discografico
Simona D'Eugenio, investigatrice

 "Perla Polidoro. I 33 gradi del Rito Scozzese" (Montecovello Editore)

La trama
Perla Polidoro è una scrittrice, appassionata di misteri, che vive tra l'Italia e l'India, dove va alla ricerca di quella che molti definiscono la tomba di Gesù, in Kashmir.
Nel subcontinente indiano sposa il suo insegnante di yoga, ma il matrimonio si interrompe dopo pochi giorni, al rientro della donna in Italia, dove la attendono le sue adorate ricerche.Rientrata nella sua casa in campagna, si accorge di aver subito un insolito furto.
Il ladro ha, tuttavia, lasciato in casa un indizio che la porta sulla strada della setta del Rito Scozzese Antico ed Accettato: il simbolo di un'aquila.
C'è un'altra ragione che sposta l'attenzione della ricercatrice dalla tomba di Gesù in Kashmir, alla setta del Rito Scozzese: riceve una e-mail attraverso la quale Alex D'Aragona, un musicista napoletano, le chiede di aiutarlo a svelare il mistero che lo avvolge da quando ha ricevuto in eredità degli incomprensibili ed antichi libri e delle tessere di un suo lontano parente, di cui ignora il simbolismo.
Tutte le vicende ruotano intorno al numero trentatre, ed al simbolo dell'aquila e del Great Seal, il Gran Sigillo, presente sulla banconota da un dollaro che Perla scopre all'interno della doppia copertina di uno dei due libri ereditati da Alex.
Insieme tenteranno, in una corsa contro il tempo, di svelare al mondo le informazioni tenute segrete dai Gran Sovrani della setta e per le quali Eugenio, nonno di Perla Polidoro, e Karl, suo fratello gemello, sono stati uccisi: la profezia del 2012 si rivelerà fondata, il progetto della setta è quello di tagliare tutti i collegamenti tra gli esseri umani attraverso un black out, allo scopo di far regredire il mondo ad uno stato primordiale, per poterlo dominare.
Perla Polidoro, scampata ad un rapimento, riuscirà a render pubblico il complotto internazionale della setta del Rito Scozzese e tornerà in Kashmir dove verrà accolta dalla persona che l'ha guidata nel corso dell'intera ricerca, una persona che lei credeva morta.


Libri pubblicati:
Impronte digitali sulla mia Anima (2004)
Welcome a Baia giuliva (2006)
 Diario dall'India (2007)
Liquido Amore (2007)
Poesia e Musica per la Pace (2007)
New Age (con P. Boccia) (2007)
Girandole ed aquiloni (2007)
Mos gjuaj - Non sparare (2008)
 Lettere dall'India (2008)
Tantra (2008)
Perla Polidoro (2009)
Azadi (2011)
Italiano per stranieri (2011)

15 Dicembre 2007 - Società E Cultura
Una giovane artista che dall’alto casertano si sta facendo strada anche all’estero
Phuntsog Nyidron nell’arte di Marcella Boccia
La tua carriera come cantante e compositrice sta entrando in una sfera europea, mi parli del tuo nuovo video che stai per girare a Londra?
A Londra girerò il video della canzone “Roof of the world“, che ho scritto in favore della campagna tibetana di liberazione dall’occupazione cinese. La storia è quella di Phuntsog Nyidron, monaca tibetana imprigionata nel carcere di Drapchi dall’età di tredici anni, storia comune a molte sue sorelle spirituali.
La regia del video è di Roy Roberts.
Hai fatto numerosi viaggi in oriente e della tua esperienza hai anche scritto un libro (“Diario dall’India“, Edarc, Firenze) adesso hai la possibilità con questo video di far conoscere anche in Europa in modo concreto ciò che hai appreso dai tuoi studi e viaggi, come la storia appunto di Phuntsog Nyidron, che tu hai conosciuto personalmente, puoi parlarcene?
Phuntsog Nyidron è una monaca tibetana che ha trascorso in carcere gran parte della sua giovane vita, sin dall’età di tredici anni, quando fu arrestata per esser presente ad una manifestazione non violenta a Lhasa. Lei e le sue sorelle spirituali chiedevano la liberazione del Tibet dalla occupazione militare cinese e per questa ragione furono incarcerate, torturate e molte persero la vita.
La sua storia è una storia triste, anche se a lieto fine, perchè è una delle poche sopravvissute. Mi fu narrata durante uno dei miei primi viaggi sull’Himalaya, dove fui ospite della comunità dei rifugiati tibetani. Appresi che la maggior parte di quelle religiose era stata stuprata e costretta ad abortire per mezzo di scariche elettriche.
All’epoca Phuntsog Nyidron aveva ventisette anni e viveva in una cella buia, senza finestre. Mangiava cibo avariato, era stata più volte torturata e stava scontando otto anni in più per esser riuscita a registrare clandestinamente un nastro con una canzone che parlava della libertà del Tibet. La “monaca cantante“, veniva chiamata.
Prima di essere imprigionata, Phuntsog Nyidron era stata una maestra di canto nel monastero di Mechungri. Decisi di scrivere, perciò, “Roof of the world“, partendo dalla sua frase “la mia terra non è stata venduta ma rubata“, così che i suoi otto anni in più in carcere non fossero vani e molte più persone al mondo conoscessero la sua storia e la storia del Tibet.
E per ricordare Gyaltsen Kelsang che, avendo collaborato alla canzone incriminata, fu torturata e morì all’età di ventisei anni.
Questa storia approderà a Londra, per cui sarai non solo una artista ma anche portatrice di un messaggio di pace e di sensibilizzazione in occidente dei problemi dei monaci del Tibet?
Per fortuna non sono la sola artista al mondo che abbia dedicato un po’ del suo tempo a questioni tanto importanti eppure tanto ignorate dall’opinione pubblica. Interessandomi della storia di Phuntsog Nyidron ho avuto come il sentore che quella del Tibet fosse una questione a cui molti si interessano ma di cui nessuno si occupa sul serio.
Mi riferisco a politici e diplomatici, ovviamente. Certo, Phuntsog è stata fortunata perchè alla fine i cinesi hanno dovuto cedere e l’hanno liberata, ma a che prezzo? Quante vite sono state spezzate? Quanti anni ancora i tibetani dovranno soggiornare in terra straniera, ospiti di Paesi che li hanno accolti con sguardo di pietà, senza però riuscire a comprendere nel profondo cosa si provi ad esser cacciati via dalla propria terra, soprattutto se quella terra è un piccolo angolo di Paradiso che ha sempre offerto al mondo un messaggio di pace e fratellanza?
A dicembre a Londra gireremo il video di “Roof of the world“, sia della versione inglese che di quella italiana. La regia è di Roy Roberts, regista davvero in gamba. Ti faccio una confidenza nell’orecchio e te la faccio sottovoce per scaramanzia: Phuntsog Nyidron, che attualmente vive negli Stati Uniti, ha accettato di recitare la parte di sè stessa nel mio video.
Questo dimostra quanto lei sia straordinaria, una donna grandiosa
Ho letto sul tuo sito che nel 2005 hai ricevuto il premio per la Pace, con questo video continui con il tuo impegno di portatrice di un messaggio di pace?
Quando scrissi “Roof” non avevo aspettative. Solo un desiderio: che Phuntsog venisse liberata. Tutto ciò che faccio è libero da aspettative. Quando fui invitata ad Assisi per ritirare quel premio, credevo di esser lì per recitare i miei versi. I versi sono universali. Non mi appartengono, appartengono al mondo.
Io non invento nulla, assemblo parole. Così quel premio non è mio, ma del mondo. Non posso credere che ci siano individui che, nel profondo del loro cuore, non desiderino vivere in pace, in serenità, con se stessi e con chi li circonda. Ciascuno di noi, dunque, è un potenziale messaggero di pace, ha solo bisogno di riscoprirlo dentro di sé.
La Birmania e la violazione dei diritti umani: come possiamo contribuire a che la drammatica situazione politica e sociale che sta vivendo la Birmania ormai da anni, una volta spenti i riflettori dei media, non cada nuovamente in un cono d’ombra?
Come accadde nel 1988, anche le ultime manifestazioni pacifiste in Birmania hanno avuto come esito migliaia di vittime ed arresti, ed anche stavolta i politici hanno creduto di accontentare l’opinione pubblica con le solite promesse di inasprire sanzioni che non risolvono il problema della violazione dei diritti.
I riflettori mi pare si siano già spenti, o comunque hanno lasciato una luce fioca che non colpisce più l’attenzione. Luce che andrebbe alimentata dai media. Giornalisti, scrittori, artisti in genere hanno questo compito morale. Mi auguro di cuore che se ne rammenteranno… Oggi una realtà interessante è quella dei blog.
Finalmente vi possiamo respirare un po’ di democrazia. I nostri politici vogliono censurarli, tassandoli, ma non ci riusciranno. In maniera democratica e pacifista, non glielo permetteremo.
Roy Roberts, il regista del video di “Roof of the world“, è lo stesso di “Cerchi nel grano“. Come lo hai conosciuto?
Un giorno mi contattò per comunicarmi che ero stata scelta per scrivere e cantare la versione italiana di “Talking circles“, una canzone di Helen Rae Cooper e Debbie Fox Little, per il video che lui stava girando. In italiano è divenuta “Cerchi nel grano“. Io accettai volentieri, perchè mi piacevano moltissimo sia la canzone che il video.
Roy è un artista eccezionale ed una straordinaria persona. Qualche giorno fa era emozionatissimo perchè doveva incontrare Phuntsog Nyidron per le prime riprese e mi ha detto: “Ora capisco quanto siate nervosi voi artisti prima di salire sul palco“. Ha girato molti video in vita sua, ma incontrare una donna come Phuntsog è un’esperienza che non si dimentica tanto facilmente.


Simona D'Eugenio
Crime and civil Detective
titolare di agenzia investigativa.
Tel. +39 3273686494
agenzia55@hotmail.it

https://www.youtube.com/watch?v=Evu9b4KNuo4



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