sabato 23 giugno 2012

Anna LAMBERTI-BOCCONI

ANNA LAMBERTI-BOCCONI
al DEZZ AMORE di Fiano Romano (Roma)
giovedì 28 giugno 2012 ore 19.30




Anna Lamberti-Bocconi, poetessa, scrittrice e saggista, è nata nel 1961 a Milano, ove risiede.
Laureata in Filosofia all'Università Statale di Milano, dopo avere svolto attività di traduttrice, redattrice editoriale e tutor per studenti universitari, da cinque anni conduce Laboratori di Scrittura Poetica e di Scrittura Autobiografica.
Ha pubblicato: in poesia Sale Rosso (1992, Stampa Alternativa), Crasi (1994, Pulcinoelefante), Una poesia (1999, Pulcinoelefante), Il vino di quella cosa (1995, ristampa 2004, Campanotto), Devi chiamarmi sempre (2005, Campanotto), La mia gatta (2009, Gattili), Canto di una ragazza fascista dei miei tempi (2010, Transeuropa); in prosa Sola sul cammino (1999, Xenia), La forza della preghiera (2000, Sperling e Kupfer), Sono stato quel ragazzo (2005, Società Editrice Barbarossa), Rumeni (2009, Stampa Alternativa). Suoi lavori sono presenti in diverse antologie.
Come autrice di testi di canzoni ha collaborato con Ivano Fossati (in Discanto), Fiorella Mannoia (in Gente comune), Ornella Vanoni (in Argilla), GianCarlo Onorato (in Io sono l’angelo, Falene, e Sangue bianco).
Canto di una ragazza fascista dei miei tempi, Transeuropa  2010
Scrive Nadia Agustoni, nella sua recensione apparsa su “La Poesia e lo Spirito”: “Un canto che non consente vie di fuga questo che Anna Lamberti-Bocconi ci consegna. Un corale intenso e per alcuni aspetti vicino all’ultimo Pasolini, a cui non sarebbero indifferenti questi “cuori neri”, voci senza storia di una gioventù straniata”.
Canto di una ragazza fascista dei miei tempi è un poemetto in cinque canti che narra la storia  appassionata di una rivolta violenta e perdente, ambientata negli anni di piombo. Una giovane terrorista nera che ha avuto una morte tragica racconta la sua storia a un personaggio vivente, la "poetessa", che a sua volta restituisce a questa "sorella devastata dei suoi tempi" il racconto di quanto accade oggi a Milano nel cuore e nelle azioni di una gioventù irriducibile.
La grande musicalità e la perfetta versificazione dell'opera ben si prestano alla trasposizione per voce, dove l'andamento drammatico e incalzante del testo è potenziato dalla resa performativa dell'autrice, interprete dalla dicitura "grezza", ideale per rappresentare le parabole di una gioventù bruciata per nulla comoda. Ne risulta un monologo che fa scalpore, disorienta, brucia, tiene inchiodati alla sedia per tre quarti d'ora di pura emozione: 810 endecasillabi per raccontare storie di rabbia e rivolta, di poesia dolente come un'epica rock.  Un'epica contemporanea che fa paura a tutti, uno specchio duro e romantico dove parlare a crudo con la propria ombra.
“Cos'ho voluto fare, quali voci ho inteso restituire dai margini sanguinosi del mondo all'udito di un mondo ormai quasi del tutto alle corde? L'idea è stata quella di individualizzare la Storia facendola passare attraverso il nocciolo dell'esistenza, vale a dire quel pezzo d'anima stretta a pugno nel quale si legano insieme la consapevolezza (o inconsapevolezza) di sé, la vitalità, un'idea di valore, la solitudine, l'amore, la morte. E per far questo ho scelto figure della rivolta più scomoda, meno piacevole da ripercorrere con la memoria o con la fantasia per la maggior parte dei benpensanti: la rivolta giovane, ribelle, violenta e a modo suo romanticamente disperata del neofascismo. Dagli anni  Settanta (i “miei tempi” del titolo) fino a oggi. Ho voluto sottrarre i  personaggi da schematismi e generalizzazioni di stampo storicistico e generazionale, restituendoli invece alla dimensione individuale, l'unica alla quale è dato di ospitare un faccia a faccia autentico con l'esistenza e con la sua valorizzazione. Per ritornare infine a un concetto più alto di Storia, passato veramente attraverso le fiamme, anche se poi le singole storie sono state “perdenti”, anzi, forse soprattutto per questo. Senza sconti e senza consolazioni per nessuno.”

Anna Lamberti-Bocconi - Giuliano Compagno - Miro Renzaglia

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