venerdì 29 giugno 2012

Roberto GIULIANO

Giovedì 5 luglio 2012
DEZZ AMORE di Fiano Romano
ore 19.30
 
l'autore 
Roberto Giuliano e Donato Robilotta
 
saranno intervistati da
Delia Cipullo e Roberto Mercuri

Edizioni Ponte Sisto. Roma
Via delle Zoccolette, 25 - 00186 - 06.6868444 - 06.6832623
fax 06.68801707 - info@pontesisto.it - http://www.pontesisto.it/

Dalla prefazione di Giancarlo Lehner
Roberto Giuliano fa politica a tempo pieno, senza, però, tralasciare mai i momenti di ripiegamento e di riflessione.
Nella «Goccia rossa», vero e proprio diario di bordo, sintesi, appunto, del generoso ed intrigante sforzo di approfondimento e di messa a fuoco, Giuliano illustra il proprio percorso di socialista autonomista, immune dal contagio della terza narice, giammai sedotto dalla propaganda del PCI.
Lo stesso atteggiamento attento e critico, l’autore dimostra verso tutte le leggende, le mezze verità e i travisamenti della realtà, che sono, da sempre, pane quotidiano, ammannito da un’editoria e da un mondo dell’informazione, orfani sì della psicosi comunista, eppure tuttora impegnati nella rappresentazione negativa e apocalittica dell’esistente, specie quando al governo non vi siano gli avanzi del PCI e della DC dossettiana, bensì gli interpreti moderni del riformismo.



Roberto Francesco Giuliano, nato a Catania nel 1956, laureato in Sociologia presso “Sapienza” Università di Roma.
Dal 1972 è iscritto al PSI, nel 1978 lavora nel Sindacato degli Edili della CGIL e nel 1986 ricopre l’incarico di segretario generale aggiunto di Roma e nel 1990 ne diviene segretario generale del Lazio. Dal 1998 al 2000 ha coordinato un progetto Europeo Horizon sulla disabilità. 
Nel 2003 diventa giornalista pubblicista, collaborando con “l’Avanti!”. Nel 1987 pubblica “Cosiì parlò la Sinistra”, un saggio politico-psicologico sulla divisione sindacale prodottasi negli anni 80, con l’accordo di San Valentino sulla scala mobile.
Nel 1994 pubblica tra “Passato e Futuro”, un saggio di analisi politico-sindacale.
Nel 2008 partecipa e pubblica una ricerca sulla disabilitaà Tor Bella Monaca (quartiere popolare di Roma), e nel 2009 coordina una pubblicazione sulla presenza di Garibaldi nel Lazio.


LA GOCCIA ROSSA SUL TAPPETO NERO
di Giorgio de Neri
C’è un capitolo centrale, una sorta di agnizione, nell’ottimo libro di Roberto Giuliano, “La goccia rossa sul tappeto nero” (editore Ponte Sisto), e sta nelle pagine da ottantuno in poi, nel capitolo centrale del saggio, quello intitolato “Fascismo e comunismo”. Perché la matrice hegeliana delle due ideologie che hanno insanguinato il mondo per salvarlo, esattamente come hanno fatto ieri e anche oggi le religioni, sono le due risposte uguali e contrarie all’entrata delle masse nella politica dalla fine dell’800 in poi.
E nei paesi meno evoluti, come quelli del Sud Europa, a cominciare dall’Italia, e inquelli del Centro e Sud America, queste due ideologie “di risposta” hanno provocato i danni più seri.
Quelli italiani, dopo il tragico Ventennio e la guerra, li scontiamo ancora oggi se diamo per buona la visione del mondo dei radicali pannelliani contenuta nel famoso libello “La peste italiana”. Infatti la partitocrazia del dopoguerra e quella attuale altro non sarebbero che la continuazione corporativa del fascismo su base tendenzialmente pluripartitica.
Con sopra l’innesto del conservatorismo cattolico e di quello comunista. Il famigerato “fascismo dell’anti fascismo”. Ma senza possibilità liberale di evoluzione. E in effetti, a vedere come è ridotto oggi il Pdl, “partito liberale di messa” più che di massa, per non parlare della sinistra che sta in mano al giustizialismo dipietrista, c’è veramente poco da ridere. Da una parte il Vaticano, dall’altra i magistrati, questa Italia non è certo quella che voleva Bettino Craxi. Per non parlare di Einaudi o dello stesso De Gasperi.
E anche per questo appare efficace e credibile la prefazione fatta a questo libro da Giancarlo Lehner, uno dei pochi cani sciolti socialisti di tendenza liberale eletti in questo Parlamento.
E Lehner fa una magistrale provocazione, quella di rivalutare il famigerato piano di Rinascita democratica attribuito alla Loggia Propaganda 2 di Licio Gelli. Scrive Lehner: “Il perdurante luogo comunismo ha fatto sì che Pacciardi e Sogno siano passati a miglior vita con l’odiosa taccia di golpisti, mentre sul Pci, con tutti gli accertati milioni di dollari provenienti illegalmente dal Pcus, si seguita a raccontare la balla che fu ”diverso“, ”onesto“ e ”sinceramente democratico“. L’altro ”topos“ velenoso e che, anzi, viene rispolverato ogni volta che Berlusconi accenna alla minima riforma della giustizia, riguarda il piano di rinascita democratica della Loggia P2”. Ricorda Lehner che “ultimamente, anche l’eurodeputato De Magistris ha rilanciato l’allarme di sempre: vogliono realizzare il piano di Gelli. Ora, il solo modo per smontare tale luogo comune è portare a conoscenza del lettore il testo di Gelli, ciò che utilmente fa Giuliano nella sua appendice antologica. Fra l’altro, in tema di giustizia, le proposte di quel piano fatto diventare luogocomunisticamente famigerato, appaiono, invece, per lo più ragionevoli, sensate, miranti, anzi, ad occidentalizzare la nostra macchina giudiziaria”. Viene poi citato il brano più importante di quel piano, quello che riguarda la magistratura: “Sull’ordinamento giudiziario: le modifiche più urgenti investono: la responsabilità civile (per colpa) dei magistrati; il divieto di nomina sulla stampa dei magistrati comunque investiti di procedimenti giudiziari; la normativa per l’accesso in carriera (esami psicoattitudinali preliminari)…”. Poi si parla della separazione delle carriere e della “responsabilità del Guardasigilli verso il Parlamento sull’operato del pm (modifica costituzionale)”, della “riforma del Consiglio Superiore della Magistratura che deve essere responsabile verso il Parlamento (modifica costituzionale)”, della “riforma dell’ordinamento giudiziario per ristabilire criteri di selezione per merito delle promozioni dei magistrati”, di “imporre limiti di età per le funzioni di accusa… , di separare le carriere requirente e giudicante… di esperimento di elezione di magistrati (Costituzione articolo 106) fra avvocati con 25 anni di funzioni, in possesso di particolari requisiti morali…”. Tutte cose sacrosante che non possono essere esorcizzate solo per il fatto che anche Licio Gelli le ha pensate e messe per iscritto. Scrive Lehner: “Visto che gran parte del succitato piano è attuato da sempre, con eccellenti risultati, in tutte le nazioni occidentali, che spero nessun De Magistris vorrà imputare d’essere iscritte alla P2, ecco che lo spauracchio-Gelli non solo viene a cadere, ma, disvela l’uso terroristico-ricattatorio, che se n’è fatto per impedire ogni progetto di modernizzazione dell’ordinamento giudiziario e della macchina giudiziaria italiana in generale”. Stesso problema nasce con il tirare in ballo la massoneria per spiegare, trame, complotti e stragi. Anche questo è il parto della cultura catto-comunista e clerico fascista, che hanno sempre odiato il Risorgimento d’Italia e al sua impronta massonica. E fa bene Giuliano a prendere il coraggio a due mani e a sfidare l’impopolarità per dirlo. E sarà un caso che l’odio verso il massone si accompagna spesso se non sempre anche quello verso gli ebrei sempre da parte di cattolici integralisti, fascisti e comunisti? Oggi ci sono anche gli islamici fanatizzati, ma il loro è un antisemitismo di ritorno tutto sommato. Ecco tutto questo viene reso bene sin dal titolo metaforico di questo libro.

Giovanna Canzano - Roberto Giuliano

Donato Robilotta - Giovanna Canzano

Donato Robilotta
 - Dal 1977 al 1980 dirigente del Nucleo Universitario Socialista
- Dal 1980 al 1986 dirigente romano e nazionale della Federazione Giovanile Socialista: ricopre prima la carica di Responsabile del Lavoro e Occupazione giovanile e poi quella di Segretario Organizzativo. E' uno dei maggiori promotori della Consulta Nazionale del Lavoro.
- Dal 1986 al 1987 assistente del Ministro del Lavoro: segue in particolare i rapporti del mondo del lavoro con quello giovanile della scuola e dell'Università. Organizza il primo seminario del Ministero del Lavoro sul tema "Scuola e Lavoro" con i rappresentanti del Movimento '85, con gli studenti nei CdA delle Università e con i rappresentanti dei movimenti giovanili dei partiti.
- Dal 1988 al 1989 assistente del Vice Presidente del Consiglio dei Ministri: collabora direttamente con il Vice Presidente per il coordinamento delle attività parlamentari e cura in particolare i rapporti con il mondo del lavoro e con il Sindacato. Dirigente del PSI.
- Dal 1989 al 1992 vice capo della segreteria del Ministro degli Esteri: cura in particolare i rapporti istituzionali centrali e periferici. Collabora con la commissione economica del PSI.
- Dal 1993 al 1997 presta servizio presso il dipartimento per gli Affari Economici della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Partecipa attivamente ai lavori preparatori e all'organizzazione degli incontri alla conclusione dell'accordo sul costo del lavoro e sulla politica dei redditi.
- Nel 1995 dopo la liquidazione del PSI organizza insieme ad altri il movimento politico "Sinistra Liberale". E' il principale promotore dell'appello per la ricostituzione del PSI apparso sul Corriere della Sera del 24/10/95.
- Dal 1996 al 1999 partecipa in prima fila alla ricostituzione del Partito Socialista e ricopre la carica di Segretario della federazione romana e di membro della Segreteria nazionale.
- Dal 1999 al 2000 dirigente nazionale del Partito Socialista: ricopre la carica di responsabile nazionale dell'organizzazione.
- Dal 1997 al 2000 svolge la sua attività presso l'osservatorio della Piccola e Media Impresa del Dipartimento Affari Economici della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Partecipa a studi e ricerche sulla attività delle piccole e medie imprese e coordina gli incontri necessari alla elaborazione di proposte ed iniziative sui temi di competenza dell'Osservatorio.
- Dal 2000 al 2005 ricopre la carica di Assessore Agli Affari Istituzionali,Enti Locali e Sicurezza della Regione Lazio.
- Dal 2005 al 2007 è membro del consiglio d’amministrazione della Cassa Depositi e Prestiti.
- Dal 2005 al 2009 ricopre le cariche di Consigliere della Regione Lazio,Presidente del gruppo Socialisti Riformisti verso il Popolo della Libertà alla Regione Lazio, Membro Giunta per il regolamento; Vice presidente Commissione Risorse umane, demanio, patrimonio, affari istituzionali, enti locali, tutela dei consumatori e semplificazione amministrativa; membro Commissione Affari costituzionali e statutari e Commissione speciale Raccolta di analisi e predisposizione di proposte per la riforma del sistema sanitario regionale. Presidente dell’AICCRE federazione regionale del Lazio.
- fino al 2010 è consigliere regionale del NPSI –PDL
- 2010-2011 segretario particolare del ministro Sacconi
-dal settembre 2011 ad oggi commissario straordinario del IPAB A   S. Alessio Margherita di Savoia


Antonio Biddau - Roberto Giuliano

                                     






sabato 23 giugno 2012

Anna LAMBERTI-BOCCONI

ANNA LAMBERTI-BOCCONI
al DEZZ AMORE di Fiano Romano (Roma)
giovedì 28 giugno 2012 ore 19.30




Anna Lamberti-Bocconi, poetessa, scrittrice e saggista, è nata nel 1961 a Milano, ove risiede.
Laureata in Filosofia all'Università Statale di Milano, dopo avere svolto attività di traduttrice, redattrice editoriale e tutor per studenti universitari, da cinque anni conduce Laboratori di Scrittura Poetica e di Scrittura Autobiografica.
Ha pubblicato: in poesia Sale Rosso (1992, Stampa Alternativa), Crasi (1994, Pulcinoelefante), Una poesia (1999, Pulcinoelefante), Il vino di quella cosa (1995, ristampa 2004, Campanotto), Devi chiamarmi sempre (2005, Campanotto), La mia gatta (2009, Gattili), Canto di una ragazza fascista dei miei tempi (2010, Transeuropa); in prosa Sola sul cammino (1999, Xenia), La forza della preghiera (2000, Sperling e Kupfer), Sono stato quel ragazzo (2005, Società Editrice Barbarossa), Rumeni (2009, Stampa Alternativa). Suoi lavori sono presenti in diverse antologie.
Come autrice di testi di canzoni ha collaborato con Ivano Fossati (in Discanto), Fiorella Mannoia (in Gente comune), Ornella Vanoni (in Argilla), GianCarlo Onorato (in Io sono l’angelo, Falene, e Sangue bianco).
Canto di una ragazza fascista dei miei tempi, Transeuropa  2010
Scrive Nadia Agustoni, nella sua recensione apparsa su “La Poesia e lo Spirito”: “Un canto che non consente vie di fuga questo che Anna Lamberti-Bocconi ci consegna. Un corale intenso e per alcuni aspetti vicino all’ultimo Pasolini, a cui non sarebbero indifferenti questi “cuori neri”, voci senza storia di una gioventù straniata”.
Canto di una ragazza fascista dei miei tempi è un poemetto in cinque canti che narra la storia  appassionata di una rivolta violenta e perdente, ambientata negli anni di piombo. Una giovane terrorista nera che ha avuto una morte tragica racconta la sua storia a un personaggio vivente, la "poetessa", che a sua volta restituisce a questa "sorella devastata dei suoi tempi" il racconto di quanto accade oggi a Milano nel cuore e nelle azioni di una gioventù irriducibile.
La grande musicalità e la perfetta versificazione dell'opera ben si prestano alla trasposizione per voce, dove l'andamento drammatico e incalzante del testo è potenziato dalla resa performativa dell'autrice, interprete dalla dicitura "grezza", ideale per rappresentare le parabole di una gioventù bruciata per nulla comoda. Ne risulta un monologo che fa scalpore, disorienta, brucia, tiene inchiodati alla sedia per tre quarti d'ora di pura emozione: 810 endecasillabi per raccontare storie di rabbia e rivolta, di poesia dolente come un'epica rock.  Un'epica contemporanea che fa paura a tutti, uno specchio duro e romantico dove parlare a crudo con la propria ombra.
“Cos'ho voluto fare, quali voci ho inteso restituire dai margini sanguinosi del mondo all'udito di un mondo ormai quasi del tutto alle corde? L'idea è stata quella di individualizzare la Storia facendola passare attraverso il nocciolo dell'esistenza, vale a dire quel pezzo d'anima stretta a pugno nel quale si legano insieme la consapevolezza (o inconsapevolezza) di sé, la vitalità, un'idea di valore, la solitudine, l'amore, la morte. E per far questo ho scelto figure della rivolta più scomoda, meno piacevole da ripercorrere con la memoria o con la fantasia per la maggior parte dei benpensanti: la rivolta giovane, ribelle, violenta e a modo suo romanticamente disperata del neofascismo. Dagli anni  Settanta (i “miei tempi” del titolo) fino a oggi. Ho voluto sottrarre i  personaggi da schematismi e generalizzazioni di stampo storicistico e generazionale, restituendoli invece alla dimensione individuale, l'unica alla quale è dato di ospitare un faccia a faccia autentico con l'esistenza e con la sua valorizzazione. Per ritornare infine a un concetto più alto di Storia, passato veramente attraverso le fiamme, anche se poi le singole storie sono state “perdenti”, anzi, forse soprattutto per questo. Senza sconti e senza consolazioni per nessuno.”

Anna Lamberti-Bocconi - Giuliano Compagno - Miro Renzaglia

http://www.facebook.com/RaccontamiIlTuoLibro

venerdì 15 giugno 2012

Giovanni FLORIS

Giovanni Floris al DEZZ AMORE di Fiano Romano
giovedì 21 giugno 2012


http://www.officinafloris.com
http://www.facebook.com/giovanni.floris.355

…dove la morte fa baldoria, la vita è in festa.

Giovanni Floris
GIOVEDI


Presentazione

Giovanni Floris attraversa la realtà nel tempo e nello spazio armata di una parsimoniosa rapidità, viaggia lentamente ma senza sosta, si muove nel passato, presente  e futuro seguendo il ritmo e l’ispirazione dettatagli dalle onde del mare, il suo estremo rifugio. Qui, di fronte al mare e accanto al fuoco, lo scrittore ha riordinato le immagini di una vita, iniziata sotto auspici non certo vantaggiosi, in un’umile famiglia di Viterbo.
Questo libro è il risultato di una revisione, portata a termine dopo sette anni, di materiale sparso e appunti che lo scrittore ha via via accumulato nel corso di questi anni. Libro che si presenta ora al pubblico conproiettando una visione del mondo delirante; la fine di una vita, di una epoca che spera non torni più. Nello spettacolo delle rovine fumanti delle speranze dell’uomo, lo scrittore vede forse il funesto presagio del crepuscolo di un periodo storico finito troppo presto e che non ha mantenuto le promesse annunciate. Per certi versi posso affermare che questo libro di memorie – confessioni, appunti o persino testamento più che autobiografia – ci restituisce un senso di perdita, di distanza abissale, perché lo scrittore incarna perfettamente quello che si vuole definire lo spirito di un epoca, il modo di essere e di fare di un intellettuale che i tempi attuali non producono quasi più. Viaggiatore immobile posso chiamarlo, dove questa immobilità sta per “identità”, quella vocazione a muoversi continuamente per gli anni senza mai allontanarsi da se stesso. Nomade vero, non tecnico-moderno del nomadismo. Vita tutt’altro che lineare, dunque, impregnata di una sensibilità drammatica e romantica che lo porta ad un protagonismo polemico permanente che contrassegna interamente il suo libro dall’inizio alla fine. GIOVEDI  è una raccolta di pezzi di vita che, in periodi e circostanze molto diverse e in un arco di tempo di mezzo secolo, tendono a ricostruire attentamente un personaggio fatto di ricordi e nostalgie di se stesso. La sua prosa è fatta di ricordi e di perdite, egli non è mai contento e ha ragione.
Ora Giovanni Floris, dopo mezzo secolo sogna l’avventura, prova repulsione per lo stile di vita borghese, ama le persone inquiete e disinteressate. Nelle pagine di questo libro è possibile comprendere il senso delle nuova ricerca: scavando nella profondità di se stesso, egli trova una corrente, un mondo parallelo che lo porta all’incontro con gli altri, con il corpo dell’umanità e con quell’entità universale ora fuori commercio, quella dei nomadi senza equilibrio, alla perenne ricerca e scoperta di un mondo concepito come l’insieme delle infinite dimore. Attraverso un percorso strutturato l’uomo va alla scoperta di un mondo parallelo dove recuperare i valori autentici in netta contrapposizione con il mondo attuale, definito dallo scrittore un contenitore vuoto dove tutto è in balia degli ABÁA, dove tutto è unto da un fattore matematico. Questa ricerca e scoperta di un mondo alternativo, puro e genuino, può essere interpretato come una dimostrazione di grande libertà interiore, alimentato dalla volontà di far coincidere la letteratura e la vita, di negare enfaticamente la sterile autonomia formale dell’istituzione letteraria. Il passaggio obbligato dell’artista del nostro tempo – scrittore realista, ermetico sperimentatore di un linguaggio, impegnato intellettualmente – appare nel percorso biografico di Floris scrupolosamente rispettato. Ogni passaggio appare come un superamento necessario e come contenuto vivo di quello successivo, sassi trascinati da un grande fiume, e nella memoria il narratore tenta di rafforzare quel senso di unità, di corrispondenza nelle diversità fra le varie fasi della vita. D’altra parte lo scrittore ha sentito la necessità in questo libro di spiegare le contraddizioni della complessa vita dell’uomo e di giustificare le scelte alternative. Lontano dal voler temperare o minimizzare certe prese di posizione, spesso polemiche, lo scrittore calca nettamente la mano sulle ragioni oggettive e soggettive delle sue scelte. In questo senso GIOVEDI è un testo letterario, con una autonomia retorica che appartiene anche al genere autobiografico. Floris vuole trasmettere un’immagine di sé e quindi il libro svela e occulta, sceglie forme e contenuti, informa e deforma; rispecchia l’immagine di un uomo che non è mai stato uomo di vita regolare o prevedibile. Il linguaggio del libro, senza mai perdere di vista una tensione unitaria, alterna momenti di maggiore o minore intensità legati ogni volta a sollecitazioni emotive. La prosa raggiunge per esempio vette di rara bellezza e intensità nella vivissima presenza nella memoria dell’adolescente, nella fragranza delle parole che ci trasmettono i profumi, i colori, le voci, la forza della natura incontaminata, ma anche i pensieri, le passioni, le devianze, la vita e la morte di uomini e donne da lui conosciuti. Nelle pagine di questo libro andiamo a bere e discutere su temi riguardante il contenitore e il mondo parallelo in antitesi. È un libro curioso, ma allo stesso tempo rivelatore; qui è possibile constatare il crescente astio che lo scrittore prova per le discussioni astratte e in genere delle istituzioni culturali e politiche. Floris evita come la peste gli ambienti e i linguaggi quotidiani. Ma questo è un tratto tipico di un’epoca in cui la scrittura è ancora fondamentalmente un atto transitorio, dove è presente una tensione fortissima verso un mondo corrotto. Infatti troviamo nei concetti dello scrittore una simmetria visibile fra la genesi del libro e le vicende esistenziali, esplicita nello scambio produttivo delle diverse parti del libro, nel gioco reciproco delle influenze fra mondi contrapposti, che non scalfiscono però la nettissima individualità di ognuno di essi. E’ un libro ricco di ricordi autobiografici, ma anche di elementi fantastici che mantengono intatto il concetto dentro/fuori del contenitore invisibile. Lo scrittore è consapevole che il racconto deve recuperare il rapporto con il lontano lettore, camminare nell’oscurità e incontrarsi con il cuore dell’uomo, con gli occhi della donna, con chi sconosciuto ha bisogno di una parola. Lo scrittore transita la sua epoca con sguardo penetrante, duro, ironico, spiritoso, e ci racconta episodi, personaggi, retroscena della vita quotidiana. Doppia e multipla dimensione dello scrittore che nel proprio libro dispiega una stupefacente capacità di ricostruire l’unicità delle cose, di mettere in intimo contatto le grandezze cosmiche con gli oggetti minimi della quotidianità, l’ermetico mistero del linguaggio poetico con la dura materialità del reale.
Per le giovani generazioni che sognano lo sconfinamento nel mondo degli altri, può essere senz’altro affascinante confrontarsi con questo libro letto come un percorso di vita vissuta, che ci riconduce ai modi possibili di affrontare la sfida con una realtà contaminata. In Floris la condizione di nomade è la conseguenza di una volontà di conoscenza e di partecipazione, ma è soprattutto vocazione che lo getta in un abisso di strazio e di estraneità. Ogni nuova dimora diventa un mondo totale, dove poter alimentare nuove radici, non un semplice passaggio. Ciò spiega la propensione a vedere, a penetrare, a rispettare l’oggetto dell’esperienza, ma anche a sottoporre a lettura critica la realtà con cui entra in contatto. Le esperienze passate si traducono immancabilmente in solitudine, sono da un lato materia prima del libro, dall’altro costituiscono un materiale prezioso per la formazione di una coscienza pura, che lo portano a capire, ad amare e a difendere le proprie posizioni, anche a prezzo di nette rinunce. È sempre cruciale capire qual è il punto di partenza del viaggiatore nomade. Più che il dove si sta andando è importante il dato della provenienza. Lo scrittore continua a muoversi tra passato, presente e futuro e in un certo modo permane nel suo sguardo un residuo d’innocenza e di autentico stupore e un’invidiabile franchezza davanti alla natura, di fronte alle enormi trasformazioni. Ci sono al riguardo bellissimi passi sulle difficoltà e le miserie che ostacolano la strada della libertà e della democrazia. Da qui la fuga, in un mondo parallelo, come alternativa ad un mondo diabolicamente confuso. Ma alla fine è perfettamente cosciente che le proprie armi, quelle dell’arte, difficilmente raggiungono la sfera dell’alta politica, e ancor di più difficilmente incidono su di essa, boriose alture da dove tutto appare chiaro e distinto e dove si decide con fare sbrigativo il destino di milioni di esseri umani. Certamente Floris non è uno scrittore alla moda, ma si può definire senza dubbio di buona compagnia. 

ABENNABEI

                   

                               www.officinafloris.it

GIOVANNI FLORIS


nato a Viterbo (Lazio) Italia il 18 febbraio 1953.


                                                

a)formazione e professione
 
   architettura e design.


1975/1990

  STUDIO professionale
  FORMA E SISTEMA sede Viterbo
 (produzione d’architettura e design).



  STUDIO professionale
  LEONARDO & CO
  sedi Roma, Cagliari e Milano





1975/1990
Alcuni lavori eseguiti:
Attività professionali, edilizia esterni ed interni:




Stazione marittima CONSORZIO del PORTO di GENOVA (COLOMBIADI)
COMUNITA’ MONTANA di ALES (OR)
PALUMBALZA interventi su villaggio turistico (gruppo ACQUAMARCIA) COSTA SMERALDA OLBIA (SS).
Banca cooperativa CATTOLICA prima sede
(MONTEFIASCONE)VITERBO
Banca cooperativa CATTOLICA seconda sede
MONTEFIASCONE)VITERBO



b) indirizzo
   professionale definitivo:  
   progettazione industriale
   direzioni artistiche
  
    officinafloros@lbero.it www.officinafloris.it


          
          
          

                      
  



1994 A.D.e supervisore della catena di negozi DIVISIONA ( LODI e MILANO).

1995 docenza presso la cattedra di visual-design (corso indetto e promosso dalle maggiori aziende produttrici di mobili e complementi della BRIANZA, coordinatore del corso, GINO FINIZIO) presso la facoltà di Architettura del Politecnico di Milano.


DIREZIONI ARTISTICHE:

 SKIPPER (MILANO NEW-YORK),
 per la stessa  disegna PRIMA DONNA,

 GIOVANNETTI  (PISTOIA)
 per la stessa disegna PENELOPE,
 ULISSE, CIRCE, ITACA
 amplia il programma PENELOPE.





                                                                      TESSILE:
BEATRIX, PADOVA per la stessa disegna96/99 FARMERS

      
     
 




TESSILE:

FEDECHETI
   

MILANO

per la stessa disegna
“elefanti & dintorni”


                                                                                              

TESSILE:
IDEA,(VICENZA)     








TESSILE&COMPLEMENTI:



GRITES (MEDA)        
                        

                      



Collaborazioni continuative:

  C.A.R.IND-  DELTABUS- TUTTOBUS –ZEV ENERBLU
  Per la costruzione e
  personalizzazione di
  autobus e veicoli da trasporto



                                     
 



                 




SOLO PROGETTI :
                     

                              Les-Italienes (CANTU’)
                                                                       “Spegni le piante prima di uscire”,          

                                                                                     
                              Saba-Kult (VICENZA)
                              “Non ti scordar di me se puoi”.
                                                                        

MOSTRE:

MILANO
Teatro Arsenale MILANO
“OGGETTI D’AMORE PERDUTI” prototipi,
(ricerca compiuta sull’inconscio collettivo.)
       

    ERONA
“OGGETTI D’AMORE PERDUTI”
La mostra è ripetuta Palazzo della Gran Guardia (VERONA



VERONA ex magazzini generali ABITARE IL TEMPO mostra indipendente “ZORRO“

GERMANIA COLONIA
A.P.C. Gallery  GERMANIA: koln (COLONIA) “FARE PECCATO” (una serie d’oggetti ispirati dalla crisi religiosa che attraversa, vincolata anche alla malattia che egli riscontra nella società contemporanea.)
   

Magna Pars MILANO “NON TI SCORDAR DI ME… SE PUOI”

        

TREVISO mostra personale“FLORIS”spazioNIKKO         



Milano “CUORE DI CANE” spazio SARMO


 (CH)





“ORA ROSSA” spazio atelier RONDELLI BERNA (CH)

   

                                                                      
                                                                        
                                                                        



Per incarico della FEDE-CHIETI (MILANO)
effettua una ricerca sulle popolazioni dell’AMERICA CENTRALE recandosi direttamente nella     Comarca di Santa    Blass, (arcipelago situato tra il canale di PANAMA e la COLUMBIA)  365 isole   dove vivono gli indiani KUNA.   Soggiorna e vive con loro, traendo l’ispirazione per una serie   di prodotti che saranno presentati di seguito.

         

         
           

MILANO mostra personale
“TIROASEGNO”
ex fabbrica MAGNETI MARELLI
in collaborazione con:
ALITALIA,
CLAUSURA,
FUJI,
G&C,
MANIFATTURE di FERNO & BORGOMANERI
MARZOTTO d.a. OGGIONI.)



“FUOCO E GELATO” 
La mostra per richiesta del dipartimento di cultura ed arte del Comune di BERNA è riproposta ad OBERBURG, BERNA (CH), allestita presso una cava di argilla abbandonata. Si inaugura a Giugno 1996 esposizione che propone la ricerca presso gli indiani Kuna.
 
   

VERONA
Ottobre 1997
 ZORRO
 (cella frigorifera degli ex magazzini generali) VERONA.
           
           
       




VITERBO.
“L’ARTE SUL PIANO DI CALPESTIO”
per gli eventi speciali in occasione del settembre Viterbese, con il patrocinio dell’Ente Provinciale e del Comune di VITERBO  cura la progettazione e la direzione artistica del fenomeno multimediale che vede riuniti Teatro danza e arte della pittura su strada.
                                             

VITERBO



2003
FABBRIZIO DE ANDRE’
Commemorativa (progettazione e direzione artistica per l’allestimento della mostra) CHIOSTRO di S. MARIA della QUERCIA (VT)
   



2006
per conto della S.SEDE
ordine degli AGOSTINIANI,
in occasione del 750° anno della fondazione AGOSTINIANA
progetto LA FIACCOLA di S. AGOSTINO
    
     















2007
Per conto delle società MIRO RODA ROSAVERDE
Progetto MARTINA
imbarcazione ad uso convegnistico

 alimentata ad energia alternativa.
     





2007
Progetto ACQUAè
prima fiera nazionale sulle acque
   






2007
Per conto O.N.G. DELARPA TUNISI
Rivisitazione e progettazione di:
FORETS DE LA KRUMIRIE
(parc ecoculturel)
                                                               
2008
Monumento alla
Presidenza della Repubblica
TOUJOURSFRERES
 








2009 carloforte
“LE MANI nel MEDITERRANEO

 













TUNISI docenza
Formazione professionale corso sul recupero della tegola fatta a mano

   

     

   

















2010 progettazione e direzione dei lavori resort IL CAMMINETTO

     

   









2010 (prima esperienza editoriale)
uscita del libro GIOVEDI      

 

Design:

ARIA della SARDEGNA
   

















INTERVENTI di PROGETTAZIONE TORRE delle STELLE
ASILO&LUDOTECA

CENTROCONVEGNI
CENTRO BENESSERE




STUDIO e sede di lavoro TORRE delle STELLE
Antica TORRE SARACENA “SU FENOGU“
ass.cult LUNGIMIRANTE
 




LABORATORIO di formazione professionale ARTE&DESIGNG
PAPIERCOLLAGE DECORAZIONE DEI GIARDINI recupero materiali di scarto

   

OPERA DI PROPRIETA’                          OPERA DI PROPRIETA’ OPERA DI PROPRIETA’
MARELLA GIOVANNELLI                     SERGIO ZUNCHEDDU   CAMINETTORESORT



IL CACTUS (gioiello della natura)
   

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RICONOSCIMENTI


1996 The annualand art-director (SINGAPORE)
1999  TRASPARENZE “attraverso il  vetro” (ROMA)